Ecco come le tecnologie giuste mettono in comunicazione i dipendenti e portano più soldi
“L’imprenditoria si divide in due categorie: le aziende che hanno capito il valore delle persone e quelle che no – dice Cristiano Bellumat, fondatore di UNICOMM, percorso formativo dedicato alle aziende di System Integrator e informatica. Bellumat è la persona giusta per affrontare l’argomento della cultura d’azienda, che fonde umanismo, business e tecnologia.
Nell’epoca della sharing economy e dei consumi circolari, è cambiato il modo di fare business. L’assetto decisionale top-down è sempre meno di moda e si è rivelato perdente a confronto con strutture che privilegiano un’ottica peer to peer, dove i capi ci sono ma ascoltano i dipendenti, che a loro volta sono incentivati allo scambio e al confronto di idee. Tutto questo è possibile grazie alle tecnologie, in particolare le UCC. Lo dice il nome stesso: comunicazione unificata e collaborazione.
“Così come è vero che le persone comprano dalle persone – cioè dando valore alla relazione e alla fiducia – è anche vero che un’azienda la fanno le persone” dice Bellumat.
“Il nuovo modello in antitesi col passato è quello delle 3c: comunicare, condividere, collaborare. Un tempo le decisioni erano top down con il titolare che dava ordini e i dipendenti che eseguivano. Ora questo è fuori moda. Quello che vale è il sapere condiviso: le idee non nascono da una persona ma dalla condivisione tra persone. Una persona sola non può avere la visione completa del mercato dal punto di vista della sua scrivania. Non è più top down ma è condivisione, anche con gli ultimi arrivati, anche con gli stakeholders”.
Le tecnologie UCC offrono oggi alle aziende gli strumenti per mettere in circolo il sapere. Ma possono diventare anche un fattore di inibizione e deterrenza delle comunicazioni. “Le tecnologie devono essere user friendly, subito funzionanti e comprese dalle persone. L’utente non deve perdere tempo a capire come funziona. E non solo sulle funzionalità base come le chiamate ma anche in quelle più complesse come le videochiamate”.
Attenzione, quindi: le tecnologie sono un’arma a doppio taglio: “Alcuni gestionali sono troppo complessi e si usa solo il 3% delle loro funzioni. Questo diventa un onere per l’azienda che ha acquistato la tecnologia”. Infatti, continua Bellumat, il ritorno sull’investimento in quel sistema sarà fallito, i dipendenti scoraggiati nella comunicazione e nell’interfacciarsi ogni giorno con un sistema ostico, disaffezionati all’azienda che lo ha prodotto e all’azienda che lo ha comprato. “Questo accade quando un software è disegnato pensando solo alla sua funzione e non anche a chi sarà l’utilizzatore di questa tecnologia” dice Bellumat.
Comunicare è un elemento base dell’uomo. È una necessità primaria. Ma se il medium è una tecnologia non progettata per una comunicazione, facile, immediata, fluida, quello che succede è che l’azienda, ogni giorni, perde soldi. Perché sarà un deterrente, una barriera alla comunicazione e quindi alla crescita dell’azienda. Vuol dire che si perdono opportunità di business.
Nel caso di Wildix, da subito è stato adottato un ambiente web-based: il web non ha necessità di essere spiegato. Il suo standard, fatto di oggetti, colori, posizioni, è pensato per essere per tutti. Questo standard rende wildix la prima UC&C click and go.
“Quando scegliete una UC&C ricordate – il consiglio di Bellumat – usability al primo posto.
Provate Wildix per capire cosa intendo!”.