Nella nostra rubrica Women in Tech, generalmente parliamo con una sola persona di un’azienda. Oggi abbiamo avuto l’opportunità di fare quattro chiacchiere con il team di LOQEX, un partner Wildix con sede nel Regno Unito, attivo in tutto il mondo. Shelley Banks (Operations Manager), Farah Nazir-Chapman (Head of Business Strategy) e Joanna Palmer (Financial Director) si sono unite a noi per parlare delle loro prospettive sull’essere donna nel settore delle comunicazioni.
Shelley: Da quando sono entrata nel settore delle telecomunicazioni circa 3 anni fa, sono stata abbastanza fortunata da non aver mai ricevuto alcun giudizio a causa del mio genere. Ho sempre lavorato in settori dominati dagli uomini prima di entrare nelle telecomunicazioni, questo non mi ha mai turbato più di tanto. È sempre stato abbastanza normale per me farmi conoscere e ottenere il rispetto dei miei colleghi, ma penso che Farah abbia un’opinione diversa al riguardo.
Farah: Sì, la mia opinione è leggermente diversa. Lavoro nel settore delle telecomunicazioni da oltre 20 anni, prevalentemente come ingegnere. Ho superato l’esame di stato alla fine degli anni ’90, dove ero sempre l’unica donna nei corsi di ingegneria. Purtroppo, c’era molta misoginia. Durante i sopralluoghi, arrivavo sul posto con l’attrezzatura completa per sentirmi dire: “Mi dispiace, stiamo aspettando un ingegnere”. Questo è stato 20 anni fa: i tempi sono cambiati, per fortuna.
In ogni caso, sebbene ci sita stato un aumento del numero di donne in ruoli tecnici, siamo ancora gravemente sottorappresentate rispetto ad altre aree in ambito STEM.
Dal nostro punto di vista, questa disparità ha motivato LOQEX a sostenere un programma di tutoraggio aziendale con le scuole locali, in particolare con le scuole femminili, per contribuire ad accrescere la conoscenza di questo settore entusiasmante e diversificato. Se non affrontiamo il tema dell’equilibrio di genere e non evidenziamo le opportunità disponibili, come possiamo aspettarci che la situazione cambi?
Ha aiutato il fatto che la tecnologia è ora più ampiamente disponibile: i bambini hanno accesso alla tecnologia fin da piccolissimi, prima che i ruoli di genere inizino a entrare in gioco.
Joanna: Penso che Farah abbia spiegato molto bene; le telecomunicazioni sono state un settore molto dominato dagli uomini. Con il passare del tempo, le cose stanno cambiando e ci sono sempre più donne nel settore tech. In LOQEX, abbiamo creato un team in cui tutti sono considerati alla pari e tutte le idee e le opinioni sono considerate valide.
Poiché siamo state spesso educate ad essere miti e docili rispetto agli uomini, trovo che le donne abbiano bisogno di alzare un po’ la voce per essere viste e ascoltate.
Le cose sono migliorate: ora le donne sono considerate alla pari. Di recente non ho avuto alcuna esperienza che possa far dubitare di questo.
Farah: Penso che ci dia una marcia in più in alcune aree poiché la nostra modalità di pensiero è piuttosto diversa quando si tratta di tecnologia. È l’incontro di punti di vista diversi che consente alle nostre soluzioni di essere diverse dalle altre esistenti.
LOQEX ha un team con molte quote rosa: il 75% dei dipendenti di LOQEX è di sesso femminile, il che non è una cosa abituale in questo settore. Ci dà quel tocco speciale in più che ci differenzia sul mercato. Siamo aperti al dialogo e puntiamo a costruire solide relazioni piuttosto che guardare solo al fatturato. La qualità è la forza trainante delle nostre connessioni.
Joanna: Sono molto felice del fantastico team che abbiamo formato in LOQEX. Ognuno porta le proprie idee e qualità all’azienda: abbiamo costruito questa base di fiducia. Possiamo andare avanti con i nostri doveri con la consapevolezza che anche tutti quelli che ci circondano stanno andando avanti con il proprio lavoro.
I colleghi lavorano in armonia.
Shelley: Il team di lavoro è fantastico e abbiamo gettato le basi per crescere.
Personalmente, ho imparato davvero tanto da quando sono entrata nel settore. Soprattutto dai colleghi. Sono ancora piuttosto nuova rispetto ad altre persone. A volte mi siedo e penso “non sono capace”, ma poi ci riesco, lo faccio davvero. Ogni giorno imparo qualcosa. La tecnologia si sviluppa così rapidamente che non c’è il tempo per fermarsi. Ho imparato tutto questo in pochissimo tempo. Anche il fatto che la tecnologia evolva così rapidamente è un enorme vantaggio: non c’è il tempo per stancarsi o annoiarsi. Tutti devono imparare e adattarsi, tutti sono nella stessa posizione.
Farah: Mi piace molto aiutare le aziende a sistemare i problemi causati dai sistemi legacy. Scegliamo le linee, l’hardware, i servizi e scopriamo il valore che offrono. Le persone spesso vogliono mantenere parti del sistema che considerano “insostituibili”, ma nella maggior parte dei casi è meglio rifare tutto, personalizzare la soluzione e fornire un valore reale.
Ho molta esperienza sui sistemi legacy, quindi, per me, è un argomento molto interessante. Non scappiamo di fronte a situazioni tecnicamente impegnative, in cui persino la concorrenza rinuncerebbe. Facciamo brainstorming come una squadra e troviamo una soluzione valida per il nostro cliente. Questo è ciò che amo di più del mio lavoro.
Lavoro per la maggior parte del tempo da remoto e penso che il futuro delle UCC risieda nello smart e agile working, con più integrazioni, la politica del BYOD e l’IA, di cui tutti parlano. Se consideriamo grandi aziende come Samsung e Panasonic, che sono stati dei player chiave per molti decenni e oggi si sono completamente ritirati, il bacino di fornitori si è già ridotto drasticamente. Rimarranno solo i leader del settore, mentre gli altri scompariranno.
Microsoft continuerà ad espandersi nel mercato, ma ci sarà sempre bisogno di attori innovativi e dirompenti come Wildix per rendere il panorama più complesso e portare nuove tecnologie e idee sul mercato.
Joanna: Per tornare all’argomento dello smartworking, sono un genitore single. Poter lavorare da casa in modo da poter essere qui quando mia figlia torna a casa da scuola è un enorme vantaggio. Posso andare in ufficio, tornare a casa e continuare a lavorare a tempo pieno pur essendo qui per lei. Questo è un vero vantaggio delle UCC: lo stesso vale quando è ammalata o non va a scuola. Il futuro per me è quello di trovare l’equilibrio tra vita privata e vita lavorativa, senza compromessi in nessuno dei due ambiti.
Farah: Gli orari flessibili consentono alle famiglie e alle persone che sono uscite dal mondo del lavoro, in particolare le donne che hanno avuto un figlio, di lavorare senza restrizioni. Viene dato accesso a persone che non riuscirebbero a trovare un lavoro che si adatti alle loro esigenze. A volte ci si dimentica che non tutte le attività lavorative devono per forza essere svolte durante una giornata lavorativa standard di 8 ore: ciò che conta è che il lavoro sia portato a termine.
L’orario flessibile e il lavoro agile non sono più considerati un “vantaggio”, quanto piuttosto una necessità. È comunque molto utile costruire relazioni con i colleghi in ufficio. Le UCC rendono l’ufficio un luogo di lavoro più inclusivo per le persone.
Shelley: Inoltre, è utile quando dobbiamo collaborare con i nostri clienti internazionali (APAC, Canada e Stati Uniti) con un fuso orario diverso dal nostro. Quando siamo a casa e i clienti hanno un problema possiamo rispondere senza dover andare in ufficio. Diventa un ufficio mobile.
Durante il Covid-19, ovviamente, c’era una grande confusione tra lavoro e vita privata perché eravamo bloccati in casa per tutto il tempo. Ora è più facile impostare una linea ben definita tra lavoro e casa, come fa Farah: c’è un momento in cui devi spegnere il PC. La fine della giornata lavorativa deve coincidere con la fine delle attività lavorative.
Joanna: È molto importante imporsi dei limiti quando si lavora da casa. Non si esce fisicamente dall’ufficio, quindi è facile oltrepassare i limiti. Si finisce per tornare al computer a fine giornata, perché è facile che accada.
Quando si gestiscono anche i dipendenti, è importante essere un buon manager e avere empatia verso il proprio team. È qui che essere donna è un grande vantaggio. Anche nel lavoro da remoto, è essenziale essere aperti alla conversazione quando c’è qualcosa che deve essere discusso.
Shelley: Sono d’accordo. Un buon manager deve saper gestire bene questa parte, non solo dare le direttive e aspettarsi che tutti vadano avanti in autonomia. Ho vissuto questa situazione nei miei lavori precedenti; in quanto donna, le direttive e le aspettative erano le stesse: testa bassa e lavorare. Il tutto magicamente entro la fine della giornata. Le persone non erano disposte a farlo da sole.
Molto spesso, ci si aspettava che avrei portato a termine io determinati compiti, in quanto donna.
Joanna: Penso che, come donne, a volte vogliamo affrontare più di quanto possiamo gestire; è importante per noi alzare la mano quando abbiamo troppo da fare. Soprattutto quando siamo al limite della nostra capacità.
Shelley: In parte lo facciamo perché poi sappiamo che è fatto. Se nessun altro lo fa, allora lo faccio io… ma poi parte un effetto valanga che diventa sempre più grande.
Dobbiamo comprendere i nostri limiti e capire come stabilirli. Ma come ho detto, come manager, non ho mai assegnato un lavoro che non avrei fatto io stessa.
Farah: Sono completamente d’accordo. Avendo gestito team di ingegneri e un grande dipartimento di sviluppo aziendale, è grazie a un pessimo manager che si impara come essere un buon manager. Se si hanno veramente a cuore gli interessi dei propri dipendenti, un team lavorerà sempre insieme per raggiungere gli obiettivi condivisi, ma i dipendenti rifiuteranno sempre un pessimo manager.
È solo con l’età e l’esperienza che si impara e si sceglie di non mostrare quei tratti che tutti ben conosciamo. LOQEX ha un team forte, che lavora con passione e in modo coerente per fare la differenza.
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