Scopri le più grandi minacce alla sicurezza informatica dei giorni nostri e le migliori pratiche per contrastarle
Oggigiorno, la corsa agli armamenti si è spostata dai migliori modi per creare degli ordigni bellici sempre più pericolosi ai migliori modi per aggirare la sicurezza digitale. Proprio come per il picco di attenzione per il nucleare, in questo nuovo contesto l’attenzione è alta verso il tema degli attacchi informatici e sotto la lente di ingrandimento c’è la Russia. Gli sforzi di questo Paese per insinuarsi nei database digitali si sono estesi ovunque, dalle organizzazioni politiche alle centrali elettriche, dimostrandosi allo stesso tempo sia efficaci che sfuggenti.
Comunque sia, l’intelligence governativa di molti paesi è riuscita a tracciare e a identificare molte delle minacce di matrice russa. Queste agenzie hanno scoperto sia le identità di questi gruppi così come le loro metodologie più comuni per gli attacchi informatici.
Adesso che la Russia ha fatto delle incursioni “fisiche” nel mondo, non si può e non si deve ignorare la necessità di comprendere come operano questi gruppi. Per restare al sicuro, è fondamentale sapere quali sono le minacce.
Snake
Uno dei nuclei più importanti tra i criminali informatici con sede in Russia è Snake, un’organizzazione hacker che si presume attiva dal 2004. L’associazione è considerata dal BfV ossia il Federal Office for the Protection of the Constitution della Germania (Ufficio Federale Tedesco per la Protezione della Costituzione) come “il Santo Graal dello spionaggio” e ottiene il punteggio più alto possibile nell’indice Advanced Persistent Threat (APT).
Il primo attacco noto da parte di Snake è avvenuto nel dicembre 2017, quando un malware ha infettato il Ministero degli Esteri tedesco e ha preso il comando dei suoi computer per mettersi in contatto con dei siti web contraffatti. Ciò ha consentito a Snake di raccogliere dati dai server del Ministero e di aver l’accesso a documenti riservati.
Per fortuna, gli hacker lasciarono due nomi utente nei database violati: “Vlad” e “Urik”, che, seppur vaghi, sono bastati per associare gli attacchi alla società russa Center-Inform. Dal momento che è noto che la Center-Inform ha legami con l’FSB, ossia il Federal Security Service (Servizio di Sicurezza Federale Russo), le comunità di intelligence dell’intero pianeta sono arrivate alla conclusione che Snake agisce da gruppo specializzato in attacchi informatici sponsorizzato dallo stato russo.
Sia il BfV Tedesco sia l’Agenzia Canadese di Intelligence dei Segnali CSE hanno descritto il malware creato dallo Snake come “geniale” nella sua progettazione. Questo si riferisce all’efficacia del malware nel permettere di condurre attacchi informatici: una volta che un computer risulta infettato, un hacker riesce a rubare dati con estrema facilità.
Naturalmente, il pericolo sussiste se il malware riesce a insediarsi completamente nei dispositivi: molti esempi hanno dimostrato come l’accesso iniziale non provenga da una forzatura dei sistemi.
Fancy Bear
Se si è prestato attenzione alla politica americana nel 2016, questo nome potrebbe suonare familiare. Fancy Bear, noto anche come APT28 o Sofacy, ha guadagnato la sua prorompente notorietà dopo essere stato collegato agli attacchi informatici condotti in occasione della campagna presidenziale di Hillary Clinton, al Democratic National Committee e al Democratic Congressional Campaign Committee nel 2016. Tuttavia, si ritiene che il gruppo sia stato responsabile di ulteriori attacchi tra il 2014 e il 2018 contro entità di alto profilo, tra le quali l’Agenzia Mondiale Antidoping (World Anti-Doping Agency), l’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (Organization for the Prohibition of Chemical Weapons) e il Laboratorio Elvetico di Prodotti Chimici Spiez (Spiez Swiss Chemicals Laboratory).
Gli obiettivi del Fancy Bear non sono concentrati esclusivamente negli Stati Uniti e in Europa occidentale, e non sono nemmeno limitati alle organizzazioni. Altre vittime degne di nota degli attacchi informatici sferrati dal gruppo comprendono giornalisti della Russia, dell’Ucraina e della Moldavia che hanno scritto in modo critico su Vladimir Putin. Tra il 2014 e il 2016, tra le incursioni russe in Ucraina e in Crimea, i cyber attacchi ricondotti al Fancy Bear hanno persino colpito le unità di artiglieria ucraine e le hanno rese inoperative.
Gli obiettivi del Fancy Bear sono per lo più gli stessi che rientrano negli interessi dello Stato russo ed è facile presumere che siano associati al Cremlino. Per essere più specifici, le indagini condotte dalla società di sicurezza informatica CrowdStrike, dal Foreign and Commonwealth Office del Regno Unito e dallo Special Counsel degli Stati Uniti hanno messo in relazione il Fancy Bear con il Governo Russo e l’Agenzia di Intelligence Russa GRU.
Ciò che distingue il Fancy Bear dagli altri gruppi nel campo dei cyber attacchi è la sua metodologia. In genere il gruppo riesce ad accaparrarsi i dati non attraverso l’infiltrazione forzata, bensì tramite l’ingegneria sociale: crea dei siti web che ingannano gli utenti facendo inserire loro dati riservati. Molte delle sue campagne sono state il risultato di comunicazioni fasulle che hanno indotto e inducono i destinatari a fornire le proprie credenziali di accesso (ciò è noto come “phishing” o, nel caso si venga a prendere di mira una persona o account importante, “spear phishing”). Una volta che gli obiettivi fanno clic su questi siti web oppure inseriscono le loro credenziali, il Fancy Bear infetta il dispositivo con un software che raccoglie illecitamente dati dal dispositivo stesso e dalla rete a cui è connesso.
Il Fancy Bear è decisamente efficace in quello che fa ed è anche in grado di mettere in atto più campagne di hacking allo stesso tempo. Tuttavia, è ben lungi dall’essere l’unico gruppo associato alla Russia a ricorrere a tali tecniche.
Cozy Bear
Un altro cyber sodalizio malavitoso legato alla Russia e noto per fare un uso massiccio del phishing, è il Cozy Bear, detto anche APT29 o The Dukes. In azione almeno dal 2008, si ritiene che il Cozy Bear sia associato al Foreign Intelligence Service (SVR) della Russia e che rivolga la sua attenzione alle reti governative di tutta Europa, in particolare dei Paesi membri della NATO. Altri obiettivi del gruppo includono gruppi di riflessione e, secondo quanto riferito, il Democratic National Committee negli Stati Uniti.
L’attacco informatico più incisivo del Cozy Bear si è avuto nel 2020 con la violazione a tappeto dei dati della SolarWinds. La SolarWinds, una società tecnologica statunitense, è stata segretamente violata dalle affiliate del Cozy Bear per impiantare malware per la raccolta di dati nel sistema principale dell’azienda. Tale hackeraggio si è presto allargato colpendo migliaia di altre vittime, mentre la SolarWinds si trovava a distribuire inconsapevolmente il codice alterato tramite un aggiornamento della z, passando l’exploit ai principali clienti, tra i quali Microsoft, Intel e il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti.
Come il Fancy Bear, il Cozy Bear usa lo spear-phishing come mezzo principale per infiltrarsi nei sistemi, con pressanti e ampie campagne che tentano di sollecitare credenziali da figure importanti nelle organizzazioni prese di mira. Il gruppo è noto per la persistenza ostinata anche in queste offensive e in genere per prendere di mira obiettivi stabili.
Sandworm
Il termine “Sandworm” significa “verme della sabbia”. Seppur questo gruppo sia spesso conosciuto con il suo nome di riferimento al celebre film Dune, in certi ambienti è anche chiamato Voodoo Bear. Ma qualunque sia il nome che viene dato al gruppo, Sandworm si colloca tra i più famigerati cyber criminali legati alla Russia.
Secondo quanto riferito, il gruppo è associato al GRU e avrebbe effettuato il singolo attacco informatico più esteso della storia con i suoi attacchi malware NotPetya, che nel 2017 hanno colpito contemporaneamente Francia, Germania, Italia, Polonia, Regno Unito, Stati Uniti e soprattutto Ucraina, costando alle vittime un totale di $ 10 miliardi di danni.
In tempi più recenti, Sandworm ha sviluppato un malware chiamato Cyclops Blink, che agenti malintenzionati hanno posizionato su dispositivi di rete prodotti dal fornitore di sicurezza IT Watchguard. Secondo le Agenzie di Intelligence Statunitense, probabilmente il Cyclops Blink è un successore del programma VPNFilter della Sandworm; anni prima, il VPNFilter aveva infettato i router di rete e si era diffuso su mezzo milione di macchine, trasformandole in una botnet globale controllata dallo Sandworm e, per estensione, dal GRU.
Ma qual è l’obiettivo finale dello VPNFilter? E quello del Cyclops Blink? A dire il vero, in realtà non lo si è ben capito. Per quanto sia probabile che Sandworm abbia installato questo malware al fine di poter controllare, è altrettanto possibile che stia creando un’infrastruttura digitale per trasferire comunicazioni segrete di origine russa. Parimenti, la ragione potrebbe essere quella di gettare le basi per una capillare interruzione delle reti colpite; è il caso di ricordare, dopo tutto, come nel 2015 Sandworm sia stato in grado di abbattere parti di non poco conto della rete elettrica ucraina.
La buona notizia è che, nel caso del Cyclops Blink, la Watchguard ha felicemente corretto la vulnerabilità scoperta da Sandworm e usata per l’accesso: gli utenti possono cancellare il malware semplicemente ripulendo i loro dispositivi e reinstallando il software. Tuttavia, l’esempio dimostra ancora una volta che un hardware personale potrebbe essere trasformato in veicolo inconsapevole per i cyber attacchi.
Best Practice & Lezioni Apprese
Per quanto oscuri e inarrestabili tutti questi gruppi vogliano apparire, resta il fatto che nessuna delle loro metodologie è un mezzo di ingresso garantito. Persino quando i cyber attacchi sono condotti da hacker esperti e si nascondono in rete, una combinazione best practices e software ottimamente progettati e aggiornati garantiscono la tua sicurezza.
La principale tra queste best practice è quella di essere pronti e saper cosa fare in caso di tentativi di phishing: non cliccare su link sospetti, non rispondere alle e-mail di spam e non rispondere in alcun caso a messaggi con le proprie credenziali di accesso o le informazioni per il recupero dell’account. È importante inoltre evitare siti web e file che non si conoscono. Una buona norma per garantirsi una tutela ancora maggiore consiste nell’impostare l’autenticazione a due fattori o il singolo accesso.
In termini di infrastruttura di sistema, il passaggio dall’hardware on-premise al cloud dà modo di usufruire di una protezione migliore. Basta considerare quanto spesso gli attacchi informatici hanno utilizzato malware ed exploit nell’hardware per mettere in atto le loro offensive: quando un sistema si sposta sul cloud, questo rischio diminuisce, sia per il fatto che le vulnerabilità vengono corrette non appena viene distribuito l’hotfix associato, sia per il fatto che non c’è più alcun “hardware” tradizionale da infettare.
Più in generale, ovviamente, è sempre buona cosa ricorrere a un sistema che utilizza a sua volta protocolli di sicurezza intelligenti. Per quanto riguarda le comunicazioni digitali, Wildix si distingue per avere una struttura secure-by-design; ciò grazie a una combinazione di tecnologie che proteggono gli utenti da violazioni e intercettazioni senza VPN, SBC o altre componenti aggiuntive. Si possono leggere ulteriori informazioni sulle pratiche di sicurezza di Wildix all’interno del nostro White Paper dedicato: clicca qui.
Comunque si scelga di operare, farlo in piena sicurezza non è mai stato così cruciale. Mentre la Russia sta invadendo l’Ucraina, è probabile che rilanci i cyber attacchi con rinnovato vigore, probabilmente coinvolgendo l’hardware straniero nel corso delle sue offensive. Se stai cercando un modo difenderti da questi attacchi, inizia a formati sui metodi che la Russia segue per condurre attacchi informatici e metti i tuoi dispositivi al sicuro.
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