Women in Tech: intervista ad Arianna Caiaffa, Sales & Partner Support di G&B Connect

Arianna Caiaffa, Sales & Partner Support di G&B Connect, è Partner Wildix dal 2010.

Per Arianna, l’entrata nel mondo della tecnologia non è inizialmente una sceltapersonale. Dopo un’esperienza presso uno studio di progettazione nel centro di Milano, riceve una chiamata da G&B Connect e decide di accettare il lavoro come Sales & Partner Support. Da quel giorno, sono passati 20 anni

Non mi sono mai pentita di aver accettato questo lavoro. Mi ha permesso di crescere come persona ed è un lavoro che si è evoluto con il tempo. L’aspetto che mi piace maggiormente del mio lavoro è il fatto che sia vario: non è ripetitivo e mi permette di mettermi costantemente alla prova.” – ci racconta Arianna – “Ogni giorno comunico con molte persone diverse, occupandomi di aspetti lavorativi differenti: ad esempio, mi occupo di tutto il back office, di seguire i nuovi clienti, del pre- e del post-vendita. Inoltre, spesso mostro la soluzione al cliente tramite una Demo, gestisco le pratiche CLASSOUND ed il ciclo di vendita a 360°.

Quando le chiedo qual è stato il tratto caratteriale che l’ha aiutata maggiormente in questo settore, mi risponde fermamente che per lei grande importanza sta nell’approccio quotidiano con il cliente. 

Spesso non ho l’opportunità di conoscere personalmente il cliente ma lo sento solamente al telefono oppure lo vedo in videoconferenza. La differenza, in questi casi, è una chiamata al posto di un’e-mail quando ci sono situazioni scomode da risolvere. 

Il fatto di chiamare il cliente in tempi rapidi, con un approccio orientato all’ascolto ed alla comprensione, fa spesso la differenza nella gestione di qualsiasi richiesta o problematica. I clienti mi percepiscono come una persona premurosa ed attenta alle loro richieste. Questa è una caratteristica che viene sempre riconosciuta ed apprezzata.

Ad Aprile 2021, Arianna festeggerà il suo 20esimo anno di lavoro in G&B Connect. Un gran bel risultato. Il fatto di essere una donna, in un mondo storicamente associato all’universo maschile per lei non è mai stato un problema, ci rivela. Secondo Arianna la differenza la fanno sempre le persone ed il modo di rapportarsi con loro. Confessa anche di non aver mai avuto particolari problemi con i suoi colleghi di sesso opposto. Tra di loro, c’è un rapporto di assoluta fiducia e complicità. 

In G&B Connect Arianna non è l’unica donna. In totale, il team femminile è composto da 4 donne: delle quali l’ultima assunta, Arbiola Basha, laureata in informatica, si è occupata in autonomia anche del restyling del nuovo sito web. 

Concludiamo l’intervista ad Arianna con un’ultima domanda, dedicata a tutte le donne che iniziano oggi a lavorare nel mondo della tecnologia. 

“Arianna, quale consiglio daresti ad una donna che oggi inizia il suo lavoro in un’azienda Tech?”

Di non smettere mai di imparare. Leggi, informati, chiedi informazioni ogni volta che c’è una situazione che non comprendi pienamente. Sii premurosa con i clienti ed attenta al modo in cui comunichi giornalmente con loro. Scegli lo strumento di comunicazione che preferiscono e mettiti sempre in una condizione di ascolto attivo. Questo può davvero fare la differenza in moltissime situazioni!”

Women in Tech: Kelly Hopp, Marketing Manager presso Altitude Communications

Kelly Hopp - Marketing Manager at Altitude Communications

Nonostante i brand globali stiano dominando il settore delle telecomunicazioni in tutti i modi possibili, le piccole imprese hanno ancora spazio per raggiungere il successo nei rispettivi mercati. Questo è sicuramente ciò che Kelly Hopp ha imparato nei suoi 11 anni di lavoro presso Altitude Communications, un partner Wildix in Alberta, Canada.

In questa edizione di “Women in Tech”, Kelly ci ha raccontato cosa l’abbia portata alla sua posizione unica in Altitude e i risultati raggiunti nel suo ruolo.

 

Raggiungere Altitude

Forse ciò che meglio descrive la natura unica del lavoro di Kelly ad Altitude è il fatto che la sua esatta posizione sia difficile da definire.

“Il mio ruolo dipende dai giorni”, ha spiegato con una risata, “ma il mio titolo ufficiale è Marketing Manager”.

Nello specifico, questo significa che Kelly è responsabile di un’ampia gamma di compiti di leadership che spaziano dal marketing, alle vendite e alla gestione delle relazioni. Ciò include la supervisione del sito web di Altitude, la gestione dei partner e dei programmi di vendita interni, l’assistenza ai clienti e la conclusione di accordi di vendita.

È interessante notare che queste non erano responsabilità che Kelly si assunse immediatamente quando si unì ad Altitude, ma piuttosto posizioni di cui si occupava secondo necessità.

“Quando lavori per una piccola azienda, scopri che, per avere successo, devi svolgere diverse funzioni” ha detto. “Sono molto estroversa e ho sempre trovato molto naturale occuparmi di vendite e marketing, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti relativi alle persone. È così che mi sono assunta la responsabilità del programma partner: noi, come team di gestione, abbiamo identificato la necessità di questo lavoro, ho subito pensato che fosse strategico, qualcosa che dovevamo sviluppare internamente”.

Il ruolo ampliato che Kelly ha iniziato a svolgere ad Altitude non è stato l’unica svolta inaspettata nel suo percorso lavorativo. In effetti, il suo ingresso nel settore delle telecomunicazioni è stato uno sviluppo non pianificato.

“Ho studiato arti grafiche e nel tempo mi sono interessata molto al marketing”, ha detto. “Telecom mi ha aperto le porte tramite il networking e ho iniziato in una delle principali società di telecomunicazioni canadesi. Ho maturato una grande esperienza in vari ruoli, assumendo infine una posizione di leadership. Poi ho capito che volevo qualcosa con maggiore flessibilità e creatività, qualcosa che sapevo avrei trovato in una start-up più piccola”.

 

Lavorare e crescere

Come ci si può aspettare da chi intraprenda un tale cambiamento nella propria carriera, Kelly vive di cambiamento. Soprattutto, è fondamentale rimanere al passo con le ultime tendenze tecnologiche, poiché ciò ha un impatto immediato nei suoi ruoli primari di vendita, marketing e gestione delle relazioni.

“Per essere presi sul serio in questo mondo e per avere effettivamente successo, bisogna essere informati sulla tecnologia”, ha sottolineato. “Ho fiducia nelle mie conoscenze tecniche e sono in grado di consigliare i clienti, poiché comprendo le loro esigenze. Personalmente penso che sia fondamentale capire le esigenze dei clienti e aiutarli a trovare le giuste soluzioni”.

Naturalmente, Kelly vuole anche approfondire la conoscenza delle competenze relativamente ai suoi ruoli immediati. Ma perseguire questa crescita non è stato privo di ostacoli.

“La cosa interessante del lavorare per una piccola impresa è assicurarsi di trovare ancora dei tutor”, ha spiegato. “Direi che è stato difficile per me, poiché non ho accesso al tutoraggio formale che le grandi aziende forniscono ai dipendenti. È un po’ diverso all’interno di una piccola azienda, dal momento che questo significa che devo essere creativa per assicurarmi di poter essere un tutor e nello stesso tempo avere accesso a dei tutor competenti”.

Fortunatamente, Kelly ha a disposizione un certo numero di questi tutor da cui imparare. Alla domanda su chi cerca per continuare a crescere professionalmente, ha risposto:

“Più donne di alto livello nel mondo aziendale. Sono stata davvero fortunata ad essere stata presentata a un paio di direttori e dirigenti di organizzazioni più grandi, che sono stati molto disponibili a condividere le loro conoscenze e informazioni sul processo di gestione delle persone.

“Cerco ispirazione anche nei podcast e nei libri aziendali. La mia scrittrice preferita è Brene Brown, ho letto molto del suo materiale e ho scoperto di poter integrare i miei insegnamenti nel mio lavoro”.

Kelly cita queste persone perché ritiene che le colleghe imprenditrici siano una fonte di ispirazione particolarmente significativa:

“Penso che sia importante per le donne essere in grado di sostenersi a vicenda mentre si cerca di raggiungere il successo nelle aziende high tech. Siamo ancora in inferiorità numerica e celebro ogni donna che fa la differenza con la tenacia e il duro lavoro. Ci sono molte donne davvero intelligenti e voglio che abbiano un’ottima carriera in questo settore”.

In un certo senso, Kelly vede qualcosa di personale in questo desiderio di far crescere altre donne, soprattutto mentre riflette sulla propria carriera.

“Se potessi guardare indietro nel tempo, penso che dire alla me stessa di 10 anni fa, ‘abbi fiducia in te e in quello che sei’, mi sarebbe stato davvero utile”, ha detto. “Impari tantissimo in dieci anni di lavoro e questo è stato sicuramente il decennio della fiducia in me stessa”.

Tuttavia, questo desiderio di ispirazione deriva anche da alcuni aspetti negativi che Kelly ha affrontato come donna nel campo della tecnologia.

“Come donna, in un settore dominato dagli uomini, sono fortunata a lavorare con ottimi colleghi e clienti di sesso maschile. Ma ci sono stati momenti nella mia carriera in cui è stato davvero difficile essere presa sul serio come avrei voluto”.

Anche superare questo atteggiamento non è sempre stato facile, ha spiegato:

“È l’equilibrio tra essere in grado di affermare sé stessi e spiegare il proprio valore, mantenendo allo stesso tempo professionalità e fiducia. Penso che possa essere difficile per le donne nel loro lavoro, specialmente nei ruoli di leadership, in cui cerchi costantemente l’equilibrio tra essere forte ma non aggressiva”.

 

Flessibilità

L’equilibrio nel suo ruolo è qualcosa che Kelly cerca di ottenere in modo simile attraverso lo smart working, anche se sottolinea che “equilibrio” non è la parola che le piace usare per inquadrare l’idea.

Ha infatti spiegato: “Una delle cose più importanti è quello che mi piace chiamare ‘flusso della vita lavorativa’. Perché ‘equilibrio’ è una parola divertente: non so cosa significhi per ogni singola persona. Mi piace l’idea che tu possa avere un ‘flusso’ nella tua vita, quando la tua famiglia ha bisogno di te, puoi dedicare più tempo a sostenerla, mentre quando sei molto impegnato al lavoro, puoi passare il tempo necessario a casa la sera lavorando.

“C’è un flusso nel modo in cui gestisci il tuo tempo”, ha sottolineato.” Sei costantemente alla ricerca di modi per far funzionare tutto”.

Il modello dello smart working, in particolare, l’ha aiutata a raggiungere questo flusso, così come il modo specifico in cui Altitude ha impostato il modello.

Ha dichiarato: “Lo smart working consente una notevole flessibilità, soprattutto quando si ha una cultura aziendale che promuove la fiducia. Noi di Altitude siamo sempre stati un’organizzazione molto flessibile e abbiamo sempre avuto la capacità di lavorare da casa. Una delle cose che preferivo fare, prima del Covid, era trascorrere mezza giornata in un bar, concentrandomi su un progetto particolare”.

Ovviamente, Kelly ha anche spiegato che per lavorare in modalità smart working sono necessari alcuni requisiti:

“Richiede molta fiducia e accesso agli strumenti giusti. Quando non si è tutti in uno spazio condiviso, bisogna essere in grado di scambiare messaggi istantanei, partecipare a una videochiamata per potersi vedere e, a volte, riunire tutti per fare una chiacchierata. Di questi tempi, tutto ciò deve accadere virtualmente e grazie a Dio abbiamo gli strumenti per farlo!”

Ma lo smart working per Altitude non si è tradotto solo in miglioramenti interni. Kelly l’ha anche descritto come un’opportunità significativa per la sua azienda:

“C’erano molti clienti importanti che dicevano ‘Il nostro piano di lavoro da remoto non è attivo e ora dobbiamo utilizzarlo, come facciamo?’ I nostri impegni sono aumentati notevolmente e abbiamo alcune storie di successo davvero sorprendenti, con aziende grandi e piccole che lavorano con noi per creare un ambiente di lavoro da remoto. Abbiamo letteralmente trasformato i sistemi in due giorni, oltre a formare persone per creare team che lavorino da casa”.

Wildix ha svolto un ruolo significativo in queste sfide lavorative.

“Come azienda, siamo stati davvero entusiasti del rapporto con Wildix e di Wildix come strumento di comunicazione unificata da vendere e supportare”, ha detto Kelly. “È stato fantastico e, in questi mesi impegnativi, lo abbiamo consigliato moltissimo perché è un ottimo strumento che consente lo smart working ovunque sia necessario. Anche dal punto di vista tecnologico, la possibilità di impostare tutto da remoto nel back-end è stata assolutamente fenomenale per Altitude. Ci ha fatto guadagnare moltissima fiducia da parte dei nostri clienti, perché siamo in grado aiutarli nella configurazione e assisterli molto rapidamente.

“Il fatto che l’azienda funzioni in modo affine alla nostra filosofia, cioè con flessibilità e con la capacità di adattamento secondo le esigenze del partner, ci semplifica tutto in modo significativo”, ha sottolineato.

 

Guardare avanti

In qualità di professionista nel settore tecnologico, Kelly naturalmente pensa anche al futuro dell’industria delle telecomunicazioni.

“Penso che, nel mondo della tecnologia, abbiamo sempre saputo che il cloud sarebbe arrivato in prima linea”, ha detto. “Altitude sostiene il mondo cloud da circa sette anni e gestisce ufficialmente i sistemi cloud da almeno cinque anni. Quindi, direi che la nostra azienda e la nostra personalità sono come quelle dei nuovi utenti: siamo sempre felici di provare nuove tecnologie!”

Per quanto riguarda il suo futuro, Kelly vede una carriera duratura in Altitude, anche se con maggiori responsabilità e aspetti di leadership.

“Guardo sempre avanti e mi diverto moltissimo durante il mio ‘flusso di vita lavorativa’ con Altitude, con i bambini piccoli e la situazione globale attuale” ha detto. “Vedo una crescita davvero entusiasmante per l’azienda nei prossimi anni e la mia visione è quella di avere un piccolo team di rappresentanti di vendita da gestire, un programma per i partner in esecuzione e l’azienda che cresce al giusto ritmo.

“È così che spero siano i prossimi due anni per me: abbiamo una bella storia da raccontare sulla crescita e il successo di questa piccola impresa. Posso dire di esserne stata parte integrante”.

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Alla ricerca dell’oro

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Blog, notizie e casi studio

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Vedo i miei collaboratori alle loro scrivanie, e dormo sonni tranquilli

Nel 2020, la pandemia di Covid-19 ha inevitabilmente costretto tutti a rivedere i propri modi di lavorare. Questo è un dato di fatto.

Una nuova normalità si sta affacciando in tutto il mondo, senza distinzioni geografiche o di settore.

Se prima il concetto di Smart Working era collegato più che altro a quelle aziende innovative che offrivano grandi benefit per i propri dipendenti, ora anche le Aziende più tradizionali e restie al tema hanno dovuto – per forza di cose – adattarsi a questo nuovo modello.

Ormai sono mesi che sentiamo parlare, un po’ ovunque, di Smart Working – persino a livello politico

 

Smart Working significa, letteralmente, Lavoro Intelligente – ovvero basato su obiettivi e fiducia. Niente cartellini da timbrare, o Manager che controllino che i loro dipendenti siano seduti alle proprie scrivanie perchè, tanto, non mi interessa dove sei, io di te mi fido e so che porterai a termine i tuoi progetti. Lo Smart Working non è semplicemente il poter lavorare dalla propria cucina durante un periodo di lockdown: è una filosofia di lavoro e di gestione dei propri team e colleghi.

 

Molte aziende stanno dimostrando di non essere pronte allo Smart Working: continuano a controllare i propri dipendenti anche a distanza, generando volutamente una certa atmosfera di terrore e ribadendo – inconsciamente o ad alta voce – che comunque sia, lavorare da casa non vuol dire proprio lavorare, diciamocelo. Perchè io lo so che guardano Netflix e non lavorano. 

 

E ogni volta che sento queste frasi, devo ammettere che mi viene da sorridere.

 

Primo, perchè conosco tante persone che in ufficio scaldano la sedia, e che svoltano la giornata utilizzando Whatsapp sul PC (così sembra che lavoro, capito che mossa?).

Secondo, perchè sono una Smart Worker da più di 5 anni, dopo aver passato 5 anni in ufficio timbrando il cartellino, e non ho nessun dubbio su quanto la mia produttività sia nettamente aumentata.

Terzo, perché se non ti fidi dei tuoi collaboratori, non importa dove siano fisicamente, ti daranno sempre il minimo e troveranno sempre escamotage per tirare le 18.00.

Quarto, perchè ormai questo tema non è più solo un’opinione di alcuni, ma ci sono diversi studi che dimostrano che lo Smart Working sia LA modalità di lavoro da applicare. asti pensare alle previsioni di Gartner, secondo cui la rivoluzione del mondo del lavoro causata dal coronavirus è destinata a diventare trend stabile anche dopo l’emergenza: a livello globale, infatti, entro il 2024, il 30% degli impiegati in ufficio lavorerà parzialmente o totalmente da remoto – rispetto al 5% del 2019.

Quinto, perchè non mi sembra sia difficile capire che una persona lavora molto meglio se può evitarsi due ore di traffico la mattina, e altrettante la sera – e magari utilizzare il tempo impiegato in coda per leggere un libro, o fare una passeggiata, o studiare inglese.

 

Va detto che – ovviamente – non tutti i ruoli possono “beneficiare” dello Smart Working: ci sono molti tipi di lavoro che non possono prescindere dalla presenza fisica in ufficio. Ma tanti altri sì: quindi perchè aspettare ad aggiornare le politiche aziendali? Perchè aspettare a dotarsi di soluzioni per lo Smart Working agili e flessibili?

 

Ma cosa c’entra l’aumento del Business con lo Smart Working?

 

  • Azienda con più talenti = azienda che genera più Business. 

Secondo uno studio di crainsnewyork.com lo Smart Working è, secondo il 78% dei Manager, il miglior incentivo non economico per trattenere i talenti nelle Aziende. Detto in altre parole, i talenti preferiscono un miglior equilibrio tra vita lavorativa e vita privata piuttosto che altri benefit, o aumenti di stipendio.
Le aziende hanno risparmio aziende di costi vivi.

 

  • Continuità aziendale = azienda che genera più Business.

L’attuale pandemia ha insegnato a tutti che un ufficio può infatti essere chiuso per una serie di motivi, più o meno drastici (come allagamenti, interruzioni di corrente, problemi di costruzione e meccanici che causano l’inutilizzabilità dell’ufficio). Se si ricorre allo smart working, che problema c’è se l’ufficio è inutilizzabile? Con il lavoro a distanza, nessuno di questi disastri o imprevisti porterà alla chiusura di un’azienda. Causeranno semplicemente una deviazione nel percorso del business.

 

  • Dipendenti più felici, responsabilizzati e coinvolti = azienda che genera più Business

Secondo uno studio dell’Osservatorio sullo Smart Working del Politecnico di Milano, vi è un aumento della produttività dal 15% al 20% per quelle aziende dove lo Smart Working è all’ordine del giorno

In sintesi, si tratta di un win-win, non esistono lati negativi in questa modalità di lavoro – ci vuole sicuramente un investimento di tempo, è bene affidarsi ad esperti per avere consigli su come gestire i team a distanza e su come gestire il proprio Business da remoto, ed è sicuramente importante dotare i propri team dei giusti strumenti tecnologici – come ad esempio, una soluzione che permetta di rispondere al proprio numero aziendale o di chattare e fare videoconferenze ovunque ci si trovi, semplicemente avendo con sé un PC ed una connessione Internet.
Non ci sono più scuse: ora si tratta semplicemente di scegliere se essere Smart, oppure no.

I vantaggi del modello OPEX

Ecco perché i nostri Partner lo hanno scelto

Passare da un modello di business CAPEX ad uno OPEX: quanti di voi hanno già fatto questo passaggio? E quanti tra voi lettori lo stanno prendendo in considerazione? 

Negli ultimi anni sono moltissime le aziende che hanno deciso di passare al modello OPEX, ad entrate ricorrenti, tralasciando l’ormai datato modello CAPEX: il classico modello di business “on premise”.

Oggi, infatti, il modello OPEX è diventato finalmente praticabile, credibile ed economicamente accessibile, contrariamente a qualche anno fa.

Alla base di questo business model c’è il concetto di spostare l’attenzione dal prodotto al servizio, dalla vendita “una tantum” al pagamento di canoni ricorrenti. 

Ma facciamo, prima di tutto, una breve introduzione. 

Modello CAPEX vs OPEX: qual è la differenza? 

Capex è l’abbreviazione di Capital Expenditure, ossia Spesa per Capitale, e indica le spese in conto capitale, ossia il denaro che l’azienda spende per l’acquisto di beni materiali. Ad esempio, sono compresi in questa categoria i costi imputati all’acquisto di macchinari, infrastrutture o hardware pagati “one shot” e di proprietà dell’azienda. 

Opex indica il costo dell’utilizzo del prodotto stesso per averne i benefici per i quali è stato ideato. In questo rientra, per esempio, il noleggio, oppure il costo necessario per usufruire di un servizio. Si tratta di un rapporto economico ricorrente, gestito, nella maggior parte dei casi, a canoni mensili.

Vantaggi del modello OPEX

I vantaggi di adottare il modello OPEX sono molteplici, sia per il Partner che per l’end-user. Prima di tutto l’utente finale avrà la sicurezza di un servizio costante senza rischi, la certezza di avere un supporto continuo nel tempo da parte del Partner, il fatto di poter utilizzare e proporre sempre la tecnologia più all’avanguardia e la libertà di avere tutto questo al prezzo di un canone ricorrente. 

Per il Partner il modello OPEX assicura entrate prevedibili e ricorrenti e clienti più soddisfatti nel tempo.

Secondo le ultimi indagini di mercato, il modello CAPEX è destinato a ridursi fino a scomparire. La macro-tendenza è, infatti, quella di consumare e utilizzare beni e servizi senza averne il possesso, come già accade in settori diversi come l’ospitalità, il real estate, il mondo dell’automobile etc. Questo permette di affrontare un costo sempre strettamente necessario alle proprie esigenze, in contrapposizione al vecchio modello CAPEX che portava con sé anche una spesa che contemplava il rischio di sbagliare. 

Passare da CAPEX a OPEX: i nostri Partner rispondono

Ma lasciamo ora la parola ai nostri Partner. Sono loro che vi racconteranno come hanno affrontato il passaggio da CAPEX a OPEX, le maggiori resistenze riscontrate nei loro clienti ed i vantaggi che hanno vissuto sulla loro pelle. 

Lo abbiamo fatto con alcune semplici domande che vi proponiamo brevemente qui di seguito. Trovate, invece, le interviste complete sul nostro canale Youtube.

Il Passaggio dal modello CAPEX a quello OPEX: quali sono state le principali criticità che hai incontrato? 

Per Daniele Nuovo, Founder di Ausonia IT, la resistenza più difficile da superare si è rivelata far cambiare l’approccio alla vendita dei suoi clienti. “Compro un servizio ed è mio per sempre.” – ci racconta Daniele – “è stato molto difficile convincerli che potevano avere lo stesso servizio pagandolo a canoni ricorrenti.” La stessa resistenza l’ha riscontrata anche Armando Reale, Responsabile commerciale di Sabanet srl: “Con una licenza CAPEX il cliente era convinto di acquistare un servizio più completo. Non è stato semplice convincerli che potevano avere lo stesso tipo di supporto pagandolo a canone ricorrente, con notevoli vantaggi per la loro azienda e per il loro business.”

Per altri Partner, invece, il passaggio si è rivelato assolutamente naturale. E’ il caso, ad esempio dei clienti di Francesco Guarnaccia, CEO di FibraForte srl o di quelli di Eddy Randon, Socio di NEW srl, che hanno adottato il modello OPEX in modo assolutamente naturale.  

Wildix propone l’OPEX anche nel HWaaS? Cosa ne pensi? 

Questo punto trova d’accordo tutti Partner intervistati. L’OPEX nel modello HWaaS permette di facilitare l’attivazione iniziale del servizio e di chiudere prima la trattativa. Il modello CAPEX rendeva le trattative molto più lunghe e più difficili da chiudere poiché il costo iniziale che il cliente doveva sostenere per acquistare gli hardware era importante. 

“Oggi i clienti rimangono sorpresi quando firmano il contratto poiché ad un canone mensile basso e ricorrente ottengono un servizio completo e preciso.” – ci racconta Francesco Guarnaccia. 

“Questo ha un duplice vantaggio: a noi Partner consente di avere una pianificazione economica a medio/lungo termine ed una fluidità di cassa che ci consente di pagare le spese vive dell’azienda; al cliente, invece, consente di usufruire di un servizio completo a basso costo, a fronte del pagamento di un canone mensile ricorrente” – conclude Eddy Randon. 

Il modello OPEX è diventato fondamentale soprattutto nel periodo di lock-down perché ha permesso ai nostri Partner di attivare molte nuove licenze in poco tempo, grazie al modello flessibile che permette di pagare solo ciò che effettivamente si utilizza, ridimensionando di volta in volta i costi in base alle forze da mettere in campo.  

La tua azienda è pronta ad approcciare il passaggio al modello OPEX? Scopri il Partner Wildix più vicino a te e chiedi una consulenza gratuita. 

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