Batteri sui telefoni? Le strutture sanitarie possono farne a meno

In un ospedale o centro di cura, le apparecchiature di comunicazione sono fondamentali.

Se si verifica un’emergenza alla reception o se le condizioni di un paziente peggiorano, i medici e gli infermieri hanno bisogno di una tecnologia che li informi immediatamente.

A prima vista, gli smartphone sembrano svolgere questo compito in modo efficace. Offrono funzionalità di chiamata tradizionali in un formato completamente portatile, mettendo medici e infermieri in contatto con il loro team ovunque.

Il problema però è che gli smartphone portano anche batteri.

Talmente tanti batteri, infatti, che un rapporto dell’Università dell’Arizona afferma che uno smartphone in media trasporta 10 volte più microbi di una tavoletta del water.

È un’immagine scioccante, ma è anche facile da comprendere, dati tutti i luoghi con cui un telefono in media entra in contatto. Probabilmente tu stesso hai portato il tuo telefono in bagno o l’hai appoggiato su un tavolo sporco. Questo è niente in confronto alle volte in cui hai probabilmente toccato il telefono senza aver lavato le mani.

Secondo uno studio dell’Università dell’Oregon, i batteri più comunemente trovati sui telefoni appartenevano alle famiglie Streptococcus, Staphylococcus e Corynebacteriumi, che possono nuocere a tutte le persone con sistema immunitario debole. Per non parlare del fatto che i telefoni degli operatori sanitari sono particolarmente inclini alla diffusione di batteri resistenti ai farmaci, a causa dei ceppi unici che raccolgono in un ospedale.

Al centro di questo problema c’è la mancanza di una progettazione preventiva. Generalmente gli smartphone non offrono alcuna protezione integrata contro il contatto con batteri, il che significa che la loro unica speranza di difesa è che siano in primo luogo gli utenti a non raccogliere microbi. Ma considerando quanto sia radicato l’uso del telefono nella vita moderna, è un cambiamento che probabilmente non avverrà con facilità.

Naturalmente, gli smartphone possono essere puliti — purché ciò venga fatto con molta attenzione. Il problema è che i telefoni generalmente non sono resistenti all’acqua e dunque è rischioso pulirli con un liquido. L’umidità danneggia gli smartphone, causando spesso danni permanenti alla batteria e ai circuiti. Anche i dispositivi cosiddetti “resistenti all’acqua” non sono veramente sicuri; gli esperti sottolineano che la resistenza pubblicizzata non è costantemente efficace poiché, nel tempo, la tenuta che blocca l’acqua tende a usurarsi.

Per una comunicazione e una pulizia affidabili, ciò di cui gli operatori sanitari hanno bisogno è un dispositivo progettato in base alle problematiche di sanificazione — che non solo possa essere pulito in sicurezza, ma che offra anche una protezione attiva contro i microbi.

Il W-AIR Med DECT di Wildix offre entrambe queste soluzioni e altro ancora. Innanzitutto, all’esterno è progettato un rivestimento antibatterico per prevenire la proliferazione di microbi. E inoltre, l’involucro è rinforzato per consentire una pulizia sicura con salviette umidificate o soluzioni alcoliche.

 

DECT W-AIR Med di Wildix

Anche se la tecnologia di comunicazione migliora, per le strutture sanitarie è comunque più importante che mai dare la priorità alla pulizia, oltre alla comodità. Gli smartphone possono offrire comodità, ma non facilitano la pulizia. Per una maggiore sicurezza, l’opzione migliore è quella di utilizzare un dispositivo alternativo, come ad esempio un sistema DECT, che è stato progettato pensando alla sanificazione.

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